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La genesi del gruppo e del "movimento".

Il gruppo "…In Arte" nasce nel 1997 per volontà degli stessi componenti, da una precisa motivazione: denunziare da un lato la quasi totale mancanza di spazi dove l’arte può esprimersi e fare ricerca e, dall’altro, testimoniare che la creatività in atto evoca "gioia" e autoconsiderazione di se e, in quanto tale, è da considerarsi un bisogno dell’uomo, ineludibile.

Queste occasioni mancate hanno comportato invece l’indebolimento di questa facoltà umana e la consequenziale sua svalutazione, nell’ambito della società, come mezzo atto a sviluppare tutte le potenzialità dell’uomo, nonché come strumento di trascendenza - in quanto dono divino - riconosciuto come tale da tutte le culture e saperi nel mondo.

Questa carenza è il segno più deleterio della società consumistica, che ha anteposto all’uomo creativo, l’uomo consumistico, che si riconosce soprattutto attraverso ciò che possiede e non attraverso ciò che crea.

La presa di coscienza di questa situazione di oggi, ha fatto sorgere dal Gruppo la necessità di una azione impellente di protesta e denunzia sociale. E come di solito succede ad animi infervorati da ‘giusti ideali’, la prima manifestazione voleva radunare, in uno spazio pubblico idoneo (una piazza centrale o una spiaggia) vari artisti e, dopo aver lavorato su forme e temi a libero soggetto, alla fine della giornata di lavoro, ogni opera artistica creata sarebbe stata bruciata, data alle fiamme, insomma distrutta pubblicamente.

Questa soluzione non convinceva tutti. E, dopo un attento riesame, è stato proposto di trasformare la motivazione negativa in intenzione positiva: "svegliamo l’artista dentro ogni persona", "mettiamo le persone nella condizione di assaporare la gioia della creatività", ci siamo detti ma come?

Creiamo una occasione aperta a tutti, dove gli intervenuti si sentono come dentro ad un vero e proprio laboratorio d’arte, organizzato in modo tale che ognuno partecipa sentendosi "maestro di se stesso". A date stabilite, invitiamo la cittadinanza a fare arte, fornendo i mezzi e i materiali occorrenti, nella più totale libertà di temi e soggetti, con la particolarità che il lavoro finale, l’opera d’arte come prodotto finito, scaturiva dal libero apporto di tutti; praticamente ogni opera artistica era frutto della partecipazione collettiva su un singolo materiale (creta, pannelli da colorare, ritmi, ghiaccio, ruote combinatorie, installazioni, incontri etc.).

Inoltre, durante i vari incontri organizzativi, nel riflettere che l’opera finale fosse frutto di un lavoro collettivo, sorse spontaneamente una domanda: è possibile che dalle varie performance ludiche emergessero, per ogni artista del gruppo, spunti e suggerimenti utili per la propria ricerca creativa, al fine di arricchirla di quei giusti ed opportuni segni che, aggiunti al proprio linguaggio artistico, consentissero l’attualizzazione della propria opera poetica? Questa aspettativa ha particolarmente entusiasmato i promotori dell’iniziativa, in quanto artisti, perché si intravedeva, nella festa una strana commistione. Da un lato si viveva un momento di apertura al sociale dell’essere artista, uscendo dal chiuso del proprio laboratorio, e quindi un momento pubblico e, dall’altro, nello stesso momento, una opportunità per continuare la propria ricerca poetica.

<<A rifletterci bene>>, ripeteva duranti gli incontri il ‘pensatore’ del gruppo, <<ogni singola opera artistica è frutto di un lavoro collettivo, dell’apporto sinergico della creatività di ogni singolo partecipante, (promotori inclusi) e tale modalità potrebbe essere evocativa dello Spirito del Tempo  l’Olismo - e veicolo della manifestazione del suo Logos, Segno comunicabile e trasmissibile.

La modalità di partecipazione è ludica, una extrême jonction in quanto chiede continuamente di superare l’importanza personale a vantaggio del risultato finale, frutto del lavoro collettivo. Come tale l’iniziativa integra e trascende gli scopi del Villaggio Globale rimasto alla somma/testimonianza di ogni singolo apporto che non fa il "totale" perché si rimane nei confini dell’espressione, anche se diversissima dalle altre, della sola personalità. Il Totale, come la religione Cinese ci dice, è un continuo stato di cambiamento, perché frutto dell’apporto combinatorio di ogni cosa "sotto e sopra il cielo".

Ogni partecipante alla festa, attivo artisticamente in uno delle varie attività proposte, interviene sull’opera che continuamente è modificata dall’apporto attivo di ogni singolo "artista partecipante", l’opera finale è un Tutto, frutto dell’apporto "caotico/creativo" di ogni singolo partecipante>>.

Le idee ci sembravano buone, e ci entusiasmava la loro applicazione in pratica, ma occorreva trovare un posto e un finanziatore.

All’inizio, come si fa con tutte le iniziative, ci si è avvalso di conoscenze personali, così:

Il 17/12/1997 alla sala del caffè "Roma" si è tenuta la prima festa "…In Arte", ma autofinanziata.

Questa prima esperienza ha messo in evidenza che la modalità di "essere" di molti partecipanti era di una vera e propria iniziazione, di una "prima volta", e l’atmosfera che si respirava durante lo svolgimento dell’iniziativa, era effettivamente quella tipica di un laboratorio artistico dove tutti lavorano ad un progetto comune, come gruppo di amici, dove l’idea finale però non è prefigurata ma nasce e si attualizza man mano che si opera.

La gioia della partecipazione creativa alla realizzazione di un progetto comune, sociale ed umano, di costruire qualcosa insieme, affratellava chiunque partecipava, anche se prima non ci si conosceva.

Queste risultanze partecipative, questi valori umani emersi spontaneamente, unitamente al calore "familiare", emersi durante lo svolgimento della festa, oltre ad entusiasmarci nel portare avanti l’iniziativa, hanno svegliato in noi la memoria con i temi e scopi delle feste popolari.

Si è sentita così la necessità di ragguagliare l’avvenimento alle feste popolari, facendo coincidere l’avvenimento, per quanto possibile con le esigenze organizzative, con la ricorrenza delle otto feste popolari.

Le origini di queste risalgono nella notte dei tempi ma, come rituali di trascendenza, come testimonianza della continuità della vita che include la morte, sono arrivati fino a noi attraverso la rivoluzione Neolitica, vestendosi da rituali collegati al mondo agricolo, di morte e rinascita della natura, all’interno del ciclo annuale del Sole.

Arricchitasi ulteriormente l’iniziativa ha assunto il nome di "festa popolare" ed è stata successivamente inserita nel programma culturale della libreria ‘Guida’ di Salerno, ed ospitata nella propria sala convegni il 27/02/1998. Per l’occasione il quotidiano "Cronache del Mezzogiorno" ha dedicato all’iniziativa un interessante articolo.

Successivamente il 24/03/1998 la festa si è tenuta al Music Club Iroko, dove ha visto la partecipazione di numerosi frequentatori del locale, che hanno molto gradito ‘il programma’ soprattutto per l’aspetto partecipativo e ludico dell’iniziativa.

Il 17/05/1998 <festaCalypso.html> l’iniziativa è stata ospitata dal Calypso beach di Vietri sul Mare. In questa occasione la festa, che aveva come tema "In arte con l’ambiente", ha visto la partecipazione di volontari di Lega Ambiente sezione di Salerno e Vietri sul Mare (soprattutto bambini della locale scuola elementare coadiuvati dal loro maestro), con i quali si è installato un ulteriore stand d’arte, con il materiale di riciclaggio raccolto dagli stessi volontari, sulle spiagge dell’omonimo Comune.

Il 22/12/1998 di nuovo al Music Club Iroko, che per l’occasione ha messo a disposizione della festa, una intera parete del locale, sulla quale i partecipanti hanno potuto realizzare una serie di graffiti, a libero soggetto.

Il 20/03/99 <festa0399.html> la festa "…In Arte" ha visto un momento molto importante della sua vita perché, accolta positivamente dal circolo didattico della scuola elementare G. Vicinanza, si è potuta svolgere nei locali della stessa scuola con la partecipazione di due classi di bambini della IV elementare. L’iniziativa ha visto la partecipazione gioiosa e attivissima dei bambini alle varie proposte ludiche, e soprattutto ha riscosso un notevole successo, in termini di risultati positivi, per tre bambini affetti da autismo, così come testimoniato dalle insegnanti di sostegno, presenti. Il livello di partecipazione di questi particolari bambino, è stato talmente intenso che alcuni di loro hanno abbandonato degli oggetti di sicurezza, con i quali erano legati affettivamente e da cui non si distaccavano quasi mai da anni. La festa è stata per loro un grande momento di esplorazione del mondo che ha comportato un notevole aumento della loro comunicazione su un piano averbale.

Il 22/06/1999 la festa è stata ospitata dal comune di Maiori che per l’occasione ha messo a disposizione della festa i giardini della Villa Comunale di palazzo "Mezzacapo" del XIX sec.

Quest’ultima edizione ha visto l’iniziativa arricchirsi ed integrarsi con il gruppo di "tammorre" e canti popolari "’a vota" di Maiori, confermando l’aspetto della "festa" sul piano dei contenuti di carattere "popolare", rafforzandone, evocativamente, i valori collettivi e umanitari.

Il 7/11/1999 siamo stati ospitati nell’ambito delle iniziative dell’Asilo Politico - del Centro Sociale occupato - oggi ufficialmente riconosciuto, tra le quali telefono viola (disturbo e disagio psichiatrico) e una scuola musicale aperta a tutti, a cui hanno aderito, apportando il loro contributo, i migliori musicisti cittadini.

Il 21/12/1999,in occasione della festa del Sud, l’ultimo "Natale del Sole" del II millennio, siamo stati di nuovo ospitati dal Music Club Iroko.

Il 6 Gennaio 2000, "…In Arte", ritrovando comuni principi informatori delle rispettive iniziative, ha condiviso lo spazio della galleria comunale "S. Giovanni di Dio" col gruppo di artisti "Extreme Jonction" proveniente dalla Francia, con i quali si è tenuto, dal 5 al 14 Gennaio, un expo multimediale (pitture, sculture, scritture, installazioni, performance, videoart, web art, poesie, incontri, etc,) nell’ambito della rassegna itinerante "CyberDada a.D. 3000".

A più di due anni di distanza, dopo 9 esperienze, facendo un breve bilancio dell’attività, si può senz’altro affermare che le aspettative del ‘gruppo’ e i temi prefigurati e descritti sopra e nel ‘Manifesto’ si sono, festa dopo festa, sempre di più evidenziati, migliorati e attuati. La creatività in atto, che i partecipanti liberamente sperimentavano, senza punti o modelli di riferimento, senza ‘maestri’ presenti pronti a correggere o ad ‘aiutare’, rende possibile effettivamente la "conoscenza di se stessi come strumento e non come risultato". La gioia della creatività in atto, la meraviglia "dell’uomo/bambino" di fronte al nuovo che emerge, maieuticamente, dal proprio lavoro, sono stati i momenti maggiormente salienti della festa, che mettevano, ogni partecipante, nella condizione di sentirsi felice semplicemente di essere "presente".

Queste le emozioni che emergevano durante le feste, insieme ad un calore umano di vera amicizia intesa come rispetto della diversità dell’altro, senza critica cioè, in cui i partecipanti si sentivano accomunati dallo stesso obiettivo di un viaggio verso l’interiore, attraverso l’oggettiva manipolazione creativa dei materiali disponibili: creta, colori, percussioni, ghiaccio, ruote combinatorie, legno, etc..

Pertanto l’esperienza è senz’altro proponibile come strumento di conoscenza dell’uomo indirizzato, in questo particolare momento storico, verso la nascita di un senso della vita in armonia con lo spirito olistico del tempo in cui viviamo.

Ecco perché le opere finali, personali/collettive, sono improntate nel segno dell’Umanità intesa come testimonianza dell’aspetto creativo dell’Uomo visto come testimone del divino, che lo porta ad essere effettivamente fautore di progresso e civiltà, al di là dei confini nazionali  culturali.

<<Dal pensare globalmente e agire localmente>> la Festa "…In Arte", per le sue modalità di svolgimento, può essere tranquillamente inserita in una didattica che, ispirata al rispetto delle diversità, nello stesso tempo promuove lo sviluppo armonico di ogni singolo individuo.

Pertanto promuoverla come uno strumento educativo(nel vero significato della parola educare: "portare fuori") è compito di tutti e soprattutto dell’istituzione pubblica, al fine di svegliare e rendere attivo il vero ruolo che svolge l’uomo nella natura: la civilizzazione.

 

 

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